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“Il #Vangelo della #vita, gioia per il mondo”


 

Oggi, in Italia, si celebra la 40ª Giornata Nazionale per la Vita che è incentrata sul tema “Il Vangelo della vita, gioia per il mondo”.

40 anni fa veniva approvata la legge numero 194 sull’aborto che ha portato alla morte 5 milioni di bambini.

I vescovi decisero di organizzare una giornata in cui riflettere nazionalmente sui temi della vita dal concepimento alla fine naturale. Quindi riflettere non solo sull’aborto, ma anche riflettere sulla maternità e paternità responsbaili, l’eutanasia, la famiglia, l’educazione e tanto altro ancora.

A questo link http://bit.ly/2EeQtBn potete trovare il messaggio che il Consiglio permanente della Cei ha emanato per questa giornata.

Un messaggio che è un invito alla Chiesa intera e in essa alle famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia, ad annunciare la buona notizia, il Vangelo che è annuncio dell’amore paterno e materno che sempre dà vita, che contagia gioia e vince ogni tristezza.

 

Quest’anno voglio farvi conocscere la realtà dell'”Opera Casa Betlemme” che opera ad Arezzo, attraverso le parole della fondatrice nonché ostetrica Flora Gualdani che ho trovato nel foglietto  de “la Domenica” di oggi:

 

Il bambino non ancora nato «il più povero tra i poveri»

«Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Santa Madre Teresa di Calcutta definiva il bambino non ancora nato «il più povero tra i poveri». L’embrione, essere umano indifeso e senza voce, è bambino addirittura invisibile se non al microscopio. Ma dal concepimento fino alla fine, siammo davanti a una persona con la sua inviolabile dignità e la sua anima immortale, indipendentemente dal grado di sviluppo e dalle sue capacità.

I numeri dell’aborto hanno spostato il Golgota a Betlemme: oggi sono crocifissi i piccoli nella loro innocenza. Casa Betlemme è un «ospedale da campo» che ho aperto ai tempi del Concilio Vaticano II, per accogliere le maternità più difficili. Testimoniando una Chiesa in un scita, allargai l’esperienza in un personale servizio alla “maternità senza frontiere”, nelle periferie esistenziali e in mezzo alle guerre.

Nessuna donna è tornata pentita di aver accolto la vita: né l’undicennze incinta né la prostituta né la vittima di violenza. Mi sono fatta carico anche delle maternità negate: le donne che mi portano il tormento di un aborto le aiuto con il balsamo della misericordia e lo sguardo della trascendenza, perché Gesù è l’unico “farmaco” capace di guarire il cuore da quella ferita viscerale.

La scienza ha capito che la prevenzione non sta in una maggior diffusione della concentrazione, ma in una diverda visione della sessualità e fecondaità, da vivere nell’esercizio della virtù con i metodi naturali: «istruire gli ignoranti» oggi è urgente opera di misericordia spirituale. Riconciliando la creatura con il Creatore e insegnando che l’uomo non è dominato dalla concupiscenza ma redento da Cristo.

 

Vi lascio con due articoli e con il sito del Movimento per la Vita italiano:

«Io, mamma a dodici anni, grido il mio no all’aborto»

La neurologa: «Irreversibile? Parola vietata»

Movimento per la Vita italiano

Categorie:Aborto, Vita
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